| Nashville è uno di quei piggì che mi porto dietro praticamente ovunque, tanto che ormai ha più versioni che gdr che ho effettivamente frequentato, ed esiste solo da quattro anni. In questo tempo ho riscritto alcune parti, ma ci sarebbe ancora molto lavoro di modifica da fare, che credo farò piano piano. La sua canzone sarebbe 'I Buy The Drugs' degli Electric Six · pv: Toby Regbo
11.11.1991 oileànhigh school dropout cultural anthropologybookseller @ rue morgue
harmony writerstraight
single Nashville IrvinNashville, come il ristorante in cui i coniugi Irvin si sono conosciuti (non ha ancora deciso come sentirsi al riguardo). MIDDLE NAMES & SURNAMES Scelti da suo padre: Jeremy e Payton. Nessun soprannome è concesso, se non 'Irvin'. Soprattutto non Nashy. FAMILY Atlanta, la madre, Angus, il padre e la sorellina Columbia. Il motto della casata Irvin è candide et costanter, ovvero fairly and firmly. | JUST CALL ME "MR. MODEST", I GOT IT AND I FLAUNT IT | 192 cm 78 kg blondie blue one two tattoos & scars bowties dapper boy
| Nashville è il ragazzo che tua madre vorrebbe che portassi a casa: capelli color miele, occhi azzurri, faccina infantile, completamente e irrimediabilmente glabra, dalle labbra femminee e spesso corrucciate. Le vecchie signore del circolo lo definirebbero 'una bellezza antica, un angioletto un po' scontroso'. La sua figura filiforme — un metro e novantadue per settantatre chili di peso — richiama l'idea di quei poeti bohémienne tormentati e irrimediabilmente tisici. In effetti puntare sul fisico non sarebbe una mossa vincente, in quanto apparentemente privo di muscoli ma con in compenso una grande fornitura di ossa. È piuttosto sconcertante vederlo girare per i quartieri più dubbi dell'Underground, mani in tasca, passo ciondolante e occhio nero, souvenir dell'ultimo pestaggio subito da parte di uno dei suoi clienti. Avvicinandosi, si cominceranno a notare le occhiaie marcate, trofeo delle sue nottate passate in qualche locale, e il colorito pallido di chi conduce uno stile di vita non particolarmente sano. Quello che colpisce di più, però, è lo sguardo strafottente, da chi è completamente disinteressato alle sorti delle persone che lo circondano, teso solo ad ottenere quello che a lui interessa al momento e che gli può dare piacere. In generale si viene colti dall'irrefrenabile desiderio di prenderlo a pugni in faccia, e rovinare quel così bel visino. Tiene molto ad essere sempre in ordine ed elegante, infatti potrete riconoscerlo con certezza, in quanto è l'unico ventenne che si permette di girare con una giacca con gli alamari dorati e guanti bianchi nel taschino. A volte, nelle giornate più ventose, ferma i capelli con delle sottili spillette — ma fingete di non averle notate — e non esce mai senza le scarpe perfettamente lucidate. A vedere il suo armadio casalingo ci si stupirà trovandoci praticamente solo camicie, divise ordinatamente in quelle estive e quelle invernali, maglioni eleganti per le giornate più fredde e la più grande collezione di giacche che possiate immaginare. Ha una certa passione per i bottoni e i decori in stile militare, particolari che abbondano nel suo vestiario, e per il bianco ed il nero che trova lo slancino ulteriormente. Unica eccezione a questa regola cromatica sono i boxer, sempre abbinati ai calzini, che sono decorati con le fantasie più varie e assurde: è un trionfo di righe, colori psichedelici e assurdità come papillon direttamente applicato sull'elastico. Anche senza frugare nel suo (ordinatissimo) cassetto della biancheria, si può definire il papillon il suo segno distintivo. Ne ha di ogni foggia e colore e passa quasi più tempo a decidere quale mettere che a vestirsi completamente. Il fatto che la maggior parte dei conoscenti lo descriva come un 'damerino del cazzo' o faccia continue insinuazioni sulla sua sessualità, non lo tocca minimamente. Su entrambe le braccia, se si osserva bene, sono visibili i segni della siringa. Non sono poi così visibili ma Nashville è convinto che possano essere visti anche da Yamserius e, vergognandosene abbastanza, non porta quasi mai maglie o camicie a maniche corte. Oltre a quello del potere ha un altro tatuaggio, decisamente più imbarazzante, che si è ritrovato una mattina, dopo una festa di cui si è completamente dimenticato. Rappresenta una fenice in volo, secondo lui lo stemma della famiglia, e la cosa non fa che peggiorare il tutto, disegnata sul suo interno coscia. Almeno la posizione lo rende visibile a pochi. | I GOT MYSELF A FUCKIN' LIFE DRESSED UP IN EVENING WEAR. I DRESSED MYSELF IN FUCKIN' LIES | NARCISSIST CHILDISH SNOB CLEVER | Quando qualche nuovo cliente si chiede come può fare a riconoscere Nashville tra la moltitudine di gente, di solito gli rispondono di cercare l'esaltato vestito da principino che cammina con la sicurezza del protagonista di un video musicale. Ed è effettivamente così, ondeggiando a ritmo di una musica che sente solo lui, salutando chiunque conosca anche solo di vista e con un sorriso di superiorità stampato in faccia che il nostro eroe attraversa quotidianamente l'Underground. A vederlo, con quell'aria da 'sono sceso in mezzo a voi per farvi un favore' nessuno immaginerebbe mai che a monte dei suoi problemi di droga ci sia in realtà una grande insicurezza e fragilità d'animo. Anche se ormai è riuscito a convincere tutti, se stesso per primo, di essere il più grande coglione egocentrico e assillante dell'Arcipelago. È di quelle persone alle quali ti rivolgi in cerca di aiuto proprio solo se non hai alcuna altra via, perché sai benissimo che prima di darti una mano lui si divertirà a tue spese. Lo sanno bene quelli che, ritrovatisi in crisi di astinenza, sono corsi da lui e si sono dovuti sorbire ore di chiacchiere prima di essere accontentati. Poi, di solito, lo picchiano. Non lo fa per cattiveria, quanto più per noia e per bearsi della sua situazione di superiorità. In realtà normalmente è quasi gentile. Certo, la stessa gentilezza compassionevole che si usa per spostare una lumaca dal mezzo del marciapiede, ma sempre gentilezza è. Quando si trova in periodi di 'buon raccolto', come lo chiama lui, non è raro che decida di offrire da bere a tutti quelli che lo circondano. Che, comunque, solitamente non sono molti. Questo spiegherà anche il suo successo praticamente nullo con le ragazze, attirate inizialmente dal suo bell'aspetto ma che si allontano appena apre bocca, o comincia a ghignare come il suo solito. Peccato che sia il classico ragazzo che interpreta un 'no' con 'offrimi un'altra birra, provaci di più e allora dirò di sì'. Ama crogiolarsi nel suo senso dell'ironia, spesso finendo per mettere a disagio chiunque. Riesce, insomma, a rendersi irritante anche per la persona più innocua e pacifica del mondo. Molto orgoglioso e testardo ed è difficile dissuaderlo dal fare qualche cosa se lui ha deciso così. Non azzardatevi a scommettere qualcosa con lui! La prenderà fin troppo seriamente e non si sa mai come possono andare a finire queste cose. Ed evitate anche i tornei di strip poker, in sua presenza. Spesso si ritrova a fare lunghe conversazioni mentali con se stesso, in una lotta interiore molto combattuta e spesso incomprensibile per chi lo vede da fuori, così deciso e detestabile. Il suo vero carattere, insicuro e complessato, viene fuori durante le sbronze tristi. In quei momenti, con il faccino innocente per una volta non deturpato da un sorrisetto sarcastico, ispira quasi tenerezza. Quasi. Dopo una simile sfilza di difetti si rimane quasi delusi a scoprire la sua insaziabile fame di conoscenza che lo porta ad essere un ex studente eccellente e lettore vorace. Nashville ce l'ha scritto in faccia di essere uno snob, e come tale è estremamente selettivo. I suoi gusti però sono piuttosto bizzarri: se da una parte ama tutto ciò che è raffinato ed elegante, dall'altra ha una strana passione per i soprammobili brutti e i boxer dalle fantasie decisamente bizzarre. A livello di cibo non si fa troppi problemi a mangiare di tutto ma detesta con tutto se stesso i kiwi mentre probabilmente non potrebbe vivere in un mondo privo di salmone. E birra. Sì, è un amante degli alcolici - che regge piuttosto bene - anche se li preferisce lisci senza mischiarli in cocktail strani. Molto eclettico in fatto di musica: ascolta con prevalenza blues, jazz, musica indie ma può passare senza troppe difficoltà al punk elettronico e psichedelico. Nessuno che lo ha visto partecipare ad una qualche festa in giro penserebbe mai che il suo ideale di serata sia passarlo in tranquillità con un buon libro thriller. La sua passione sono quei romanzoni angoscianti in cui non si scopre il colpevole fino alla fine ma sono invece descritti nei dettagli gli omicidi più cruenti e le torture più malsane, oppure le atmosfere inquietanti di autori come Poe e Lovecraft.
La madre gli ha imposto il piano fin da piccolo, ma negli ultimi anni l'ha ovviamente abbandonato. È difficile possa ancora suonare come una volta, ma davanti ad una tastiera magari qualcosina potrebbe ancora tirarla fuori. Fuma abbastanza, ma non ne sente la dipendenza quasi per niente. In realtà, prima di smettere con il resto lo faceva solo per l'aria interessante che gli sembrava di avere, fumando, ma ora è diventato l'unico modo per scaricare un po' la costante tensione e il nervosismo. Data la sua pignolaggine è un grande seguace dell'idea secondo la quale l'unico modo per fare le cose per bene sia farle da soli. Anche per questo trova piuttosto soddisfacente cucinare, anche se si occupa di ogni ingrediente con cura maniacale, spesso impegnando un sacco di tempo per nulla. Anche se, vivendo da solo, ormai s'è adagiato al servizio di pizza da asporto, o cinese take away. Altra passione da vecchia signora è quella per il giardinaggio. Ha organizzato una sorta di giardinetto pensile in cucina, che cura con amore e dedizione. È difficile che lo faccia in pubblico, ma se vi appostate dietro la porta potreste sentirlo parlare con loro, come chiunque altro farebbe con il proprio animale domestico o dolce metà. La maggior parte delle volte si scusa con loro per il fumo passivo che sono costrette a subire. È ambidestro, ma preferisce scrivere con la sinistra, che lo fa sentire più a suo agio. Per il resto usa entrambe le mani senza differenze. Non gli piace farsi fotografare, e fa bene, visto che è probabilmente la persona meno fotogenica del mondo. Nonostante sia cresciuto nei quartieri migliori della città, con il loro accento perfettamente scolastico, a forza di vivere nell'Underground ha preso un po' di accento, che cerca di mascherare, anche se questo tende a uscire fuori nei momenti di agitazione.
| | La vita di Nashville è sempre stata degna di quelle riviste patinate che si leggono dal parrucchiere, solo per farsi salire la bile alla vista di famiglie molto più perfette e felici di te. In effetti il matrimonio tra suo padre Angus, uno dei maggiori produttori di alcolici dell'Arcipelago nonché proprietario di un quarto di Oilèan, e sua madre, attrice di musical e studiosa di storia nonché anche lei erede di una buona altra fetta della città, aveva avuto anche un paio di paragrafi su una rivista come quelle di cui sopra. La sua nascita, avvenuta un paio di anni dopo il matrimonio, era passata del tutto inosservata, ma di certo aveva provocato un bel cambiamento nella famiglia: la madre, inizialmente entusiasta per la gravidanza, presto si era trovata a dover fare i conti con i lati negativi dell'essere madre. La cosa sembrava averla turbata più di quanto non fosse necessario, portandola ad affidare il pargolo completamente nella mani di baby sitter, dedicandosi così ai suoi interessi e occupandosi del bambino solo per i compiti piacevoli e interessanti. Nashville, dal canto suo, crebbe come un bambino educato, riflessivo e piuttosto sensibile al mondo esterno a lui. Fiducioso nell'infallibilità dei genitori si applicava con diligenza in ogni ambito questi lo introducessero, nonostante molti di questi non lo interessassero minimamente. Precettori privati, insegnanti di pianoforte, di equitazione, golf, tennis (per quanto in qualsiasi disciplina sportiva non brillasse poi così tanto) si susseguivano, cercando di dare vita all'idea probabilmente impossibile che i signori Irvin avevano del figlio. Con la Scuola Piccola arrivarono anche i primi problemi. Nashville aveva un'educazione più avanzata di quella di tutti i suoi compagni, e anche il suo carattere pensoso e timido unito al fisico non esattamente adonico non lo aiutavano a inserirsi nel contesto scolastico. Un paio di bambinetti cominciarono a bullizzarlo, e i signori Irvin, invece di informare discretamente gli insegnanti, presero pubblicamente le difese del figlio, con il risultato che le angherie nei confronti del piccolo Nashville crebbero solamente, mentre la sua intenzione di integrarsi al gruppo scendeva notevolmente. Alla fine della scuola i suoi amici si potevano contare sulle dita di una mano, ed erano solitamente altri outsiders come lui, trovatisi assieme più per necessità che per vere e proprie affinità caratteriali. In lui intanto cominciava a crescere un certo disagio per la sua situazione: la parte frivola ereditata dalla madre era frustrata per la mancanza di socialità e interazioni, anche a causa delle prime cotte e crisi ormonali che lo portavano a innamorarsi in modo totale e drammaticamente romantico di alcune sue compagne, che prontamente lo illudevano per un paio di giorni per poi scaricarlo con la facilità della prima adolescenza. A questo punto le strade che poteva prendere erano plurime, e toccavano anche possibilità quali diventare un serial killer sociopatico, un poeta tormentato e decisamente fuori tempo, o un disagiato sociale a vita. La casualità del fato volle che invece di queste allettanti prospettive gli si aprisse anche un'altra strada, grazie all'arrivo nella nuova scuola, e la conoscenza di Flynn, uno strano tipo dall'aria perennemente tra le nuvole, probabilmente provocatagli dal suo continuo consumo di erba. Tra tutte le persone lui sembrava l'ultimo con cui, quel ragazzino ordinato e diligente che era Nashville, potesse fare amicizia, e invece, complici un paio di pomeriggi di studio assieme, i due scoprirono di avere in comune più cose di quel che si potesse immaginare. In realtà entrambi erano appassionati di gialli e fantascienza e Flynn apprezzava genuinamente l'intelligenza e la cultura di Nashville perché 'sembrava sempre di essere in trip di quelli profondi', a parlare con lui. Inoltre quel nuovo amico sembrava avere la cura per ogni problema di timidezza e ansia sociale. Con un poco di zucchero la pillola va giù, insomma. E in effetti funzionava. Improvvisamente più rilassato, più spigliato, Nashville non aveva più problemi ad attaccare bottone con i compagni, a provarci con le ragazze, e a volte a riuscirci anche. Una cosa tira l'altra, in breve i due erano circondati da un certo gruppetto di conoscenti ansiosi di invitarli alle loro feste, anche per ottenere quella roba che Flynn riceveva da chissà chi e che Nashville vendeva con un appena scoperto charme. In breve il primogenito degli Irvin si trovò a sviluppare una sorta di doppia vita: di giorno giovane ragazzo prodigio, di notte quella di eroe della festa. Era arrivato a dormire non più di tre ore a notte, per poi appisolarsi un po' ovunque il resto del giorno. I suoi voti cominciarono lentamente a calare, ma nessuno se ne preoccupò troppo: era sempre stato il migliore della classe, un vacillamento momentaneo era più che giustificabile. Intanto lui continuava a comportarsi sempre peggio, protetto dalla facciata rispettabile e dalle sue eccellenti doti recitative. Si ritrovò a passare momenti difficili durante il mese che passò invischiato in una relazione con tre ragazze diverse contemporaneamente, ma alla fine riuscì a superare anche questo, con un po' di fortuna. Poi, come una sorta di punizione del karma, tutto degenerò nello stesso momento. Da un paio di mesi Nash aveva intrecciato una relazione clandestina con Helena, la madre di un suo compagno di festini, ovviamente alle spalle di quest'ultimo, e benché la cosa lo spaventasse un po', non era ancora riuscito a tirarsene fuori. Poi era stato colto in fragrante proprio dall'amico, tornato a casa in anticipo, che giustamente lo aveva riempito di botte fino a mandarlo in ospedale. La telefonata dell'ospedale colse Atlanta Irvin durante il suo settimanale corso di ikebana. Non lo aveva mai trovato particolarmente produttivo, ma anche se così non fosse stato non avrebbe comunque esitato un secondo a mollare camelie e calendule per correre al capezzale del figlio, misteriosamente ferito. Di lì a poco avrebbe scoperto, assieme al marito, che le contusioni riportate dal suo primogenito non erano poi così tanto di origine misteriosa, e che effettivamente tutto quello che sapeva degli ultimi due anni di vita del figlio erano per lo più balle. Qui, finalmente, ai signori Irvin si erano aperti gli occhi. Un po' dai racconti di quelli che erano immediatamente diventati gli ex amici di Nashville, un po' dalla bocca del figlio stesso, era venuta fuori tutta la verità. Il signor Irvin, punto nel suo stesso onore, diseredò immediatamente il figlio e annunciò che non avrebbe mai più voluto rivederlo. Fece mettere in valigia tutte le sue cose, e quando finalmente Nash venne dimesso dall'ospedale, trovò ad attenderlo un taxi pieno della sua roba. Non avendo nessun altro luogo dove andare contattò Flynn, spiegandogli la situazione, quasi divertito dalla piega che aveva preso la sua vita, e pregandolo di ospitarlo per un po'. Non rimase troppo stupito a scoprire che l'altro viveva in una specie di semi interrato nell'Underground, mantenuto dai soldi che la ricca famiglia gli mandava ogni mese, ma come lui ugualmente allontanato dalla casa principale. Iniziò così una convivenza bizzarra, inaugurata con l'abbandono di entrambi della scuola, per dedicarsi a cose che li interessavano di più. In realtà a Nashville dispiacque un po', ma convinto delle proprie capacità contava di continuare ad istruirsi da solo. Ma poi arrivò Flynn con le pillole e l'intenzione di alzare un po' il tiro, dato che ormai l'erba 'era roba da bambini, non da adulti che vivono la loro vita indipendenti'. E ci furono le pillole, le polveri, i cristalli, i funghi, le radici e praticamente ogni tipo di droga sul commercio. La vita di entrambi era ormai un continuo avvicendarsi di festini a base di droga e alcool, brevi dormite strafatti, risvegliarsi in casa di sconosciuti alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da provare e sperimentare. Presto i soldi della famiglia di Flynn non bastarono più per i bisogni chimici di entrambi, e incominciò il periodo dell'astinenza, durante il quale Nashville, ormai la metà di quello che era una volta, si ridusse veramente a grattare il fondo del pozzo in cui era caduto. Non ama parlare molto di questo periodo, anche perché molti dei ricordi sono confusi, mancanti o genericamente spiacevoli. Probabilmente questo stile di vita avrebbe portato entrambi ad una precoce e squallida morte, cosa che in effetti avvenne per Flynn, ma che contribuì a salvare Nashville. Era una serata qualsiasi, ma Flynn aveva della roba nuova, gli avevano assicurato che era ottima buttata giù con qualcosa di forte, e così fecero entrambi. Il mix sarebbe risultato letale per entrambi, se Nashville non fosse riuscito a collassare fuori dal bagno del locale, dove si erano chiusi a buttar giù le pasticche, facendosi quindi trovare da qualcuno ancora abbastanza sano da chiamare un'ambulanza. Nashville era ancora in ospedale, quando celebrarono il funerale di Flynn, e ci rimase ancora per qualche mese, per la disintossicazione. Sua madre lo andava a trovare spesso, nonostante il marito le avesse esplicitamente vietato di farlo, e Nashville le è ancora grato per questo motivo. E anche per il fatto che lei gli mise a disposizione un vecchio appartamento di sua proprietà, sempre senza dire nulla al signore Irvin, in modo che potesse ricominciare a vivere un'esistenza meno sprecata. E così fece. Per parecchio tempo ha vissuto nella vecchia casa della madre, mantenendosi grazie al denaro che lei gli mandava e al suo doppio lavoro di libraio, ma soprattutto di spacciatore. Dopo la disintossicazione non ha più utilizzato nulla di più pesante di una canna, ma questo non ha escluso il fatto che ne maneggi di ogni tipo ogni giorno.
Dell'incontro con la Tatuatrice non ha il minimo ricordo, anche meno della maggioranza degli altri tatuati, se non un flash di lei che le sorride poggiata al camioncino senape, ma date le condizioni in cui era non c'è da meravigliarsi. Stranamente non ha alcun ricordo nemmeno del Pagamento, ma sospetta fortemente che la colpa della morte di Flynn sia sua, anche considerata l'incredibile coincidenza di aver incontrato la divinità proprio la sera prima dell'avvenimento. Egoisticamente pensa a come, senza quella morte, non sarebbe riuscito a uscirne da solo, e di tanto in tanto ringrazia mentalmente il vecchio amico, come se avesse deciso lui qualcosa riguardo al suo destino. Poi torna alle sue cose, ricordandosi che non è del tutto certo di cosa abbia sacrificato e che quindi può, per un po', mettersi l'anima in pace. | #65110835INFJphysical power36 months clean PRESTIDIGITATION Praticamente è come assistere a uno spettacolo di prestigio senza trucchi: è tutto vero.
TRICKS Giochi con le carte, apparizione di oggetti, sparizione, leggera levitazione, liberazione da catene, trasporto umano.
MALUS È costretto a rispettare la gestualità da prestigiatore, e in generale i trucchi non sono abbastanza potenti da risultare un'effettiva minaccia.
TATTOO I semi delle carte francesi appena sotto l'incavo del gomito, nell'ordine quadri, picche, cuori, fiori. |
|
|